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"PICCOLO GRANDEMENTE AMATO PAESE DI ROMAGNA"

Dipinto dell'artista Francesco Magnani, "Franchino", realizzato nel 2003 per le Fosse Venturi.

Sogliano al Rubicone, abitato fin dai tempi antichi, è un piccolo centro che si trova sulle prime colline dell'Appennino Romagnolo al confine con le Marche; dai suoi 379 m. di altitudine, si mirano i dolci colli vicini, la Repubblica di San Marino ed un lembo dell'Adriatico.

LE ORIGINI DI SOGLIANO AL RUBICONE:

Il territorio soglianese, abitato già dall'età di transizione dal bronzo al ferro, come testimoniano i ritrovamenti custoditi nel vicino museo Renzi in San Giovanni in Galilea, comune di Borghi, fu territorio d'incontro e scontro, occupato e abitato da prima dai Galli Senoni, che nel 390 a.C. invasero questi territori, e in seguito dai Romani, che respinsero tali popolazioni riconquistando il territorio Soglianese e ponendo il confine a settentrione del fiume Rubicone.

IL RUBICONE E GIULIO CESARE, PERIODO ROMANO

Nelle terre di Sogliano nasce il fiume Rubicone, da cui prende il nome, che già nel 264 a.C., ai tempi della prima guerra punica, di fatto costituiva il confine nord orientale tra la Repubblica Romana e la Gallia Cisalpina.
Quando Caio Giulio Cesare fu eletto console nel 59 a.C. e partì per sottomettere le Gallie, il Senato decise che a sud di questo torrente non si potevano più guidare milizie romane. Dopo solo 10 anni Cesare tornò carico di glorie con il desiderio di conquistare ad ogni costo il potere. Dopo una breve sosta a Ravenna, egli infatti decise di non sciogliere le legioni e di varcare con l'esercito il Rubicone nella notte del 10 gennaio del 49 a.C. per marciare alla volta di Roma, pronunziando la ormai celebre frase "Alea iacta est" ("il dado è tratto"), consapevole che quella sua decisione avrebbe provocato l'inizio della guerra civile e la fine del I° triumvirato.

L'ORIGINE ROMANA DI SOGLIANO AL RUBICONE

Il nome originario del paese pare derivare da quello del "Fundus Solliani", nome originario dell'attuale area su cui sorge il Comune di Sogliano al Rubicone. Tale fondo apparteneva alla gens romana Cornelia della famiglia Silla (famiglia patrizia tra le più importanti dell'antica Roma), in parte residente a Rimini.
Di tale gens è discendente la famiglia dei Silighini, che ha come progenitore il Console e dittatore della Repubblica Romana Lucio Cornelio Silla. Silla nell’82 A.C. si scontrò a Rimini con Mario uscendo vittorioso, da quel momento alcuni suoi discendenti figli di Cornelia Silla e del Console Mamerco Emilio Lepido Liviano si trasferirono nella Val Marecchia.

DAI ROMANI AI MALATESTA

La “famiglia Silla” diede origine alla stirpe dei Solinati detti anche Sillini (Sillinem), da cui si formò la famiglia dei Conti Silighini (Silighinem), proprietari già nel IX secolo del Fundus Sulliani come riporta il Codice bavaro. La Familia Silighinem ha dimora nel 1144 presso il "Castrum Sulliani" che nel 1186 viene acqiustato, assieme a Montebello, Ginestreto e Saiano, dalla famiglia Malatesta che nel settembre del 1233 presta giuramento a Rimini (giuramento della Calbana).


Il Conte Giovanni Malatesta
sposò la Contessa Sofia Faggiolina Silighini di Sogliano diventando cavaliere a Spron d’oro filo ghibellino, condizione non gradita al fratello Malatesta da Verucchio , di influenza Guelfa, che diede battaglia al castello Soglianese.

SOGLIANO SOTTO AL DOMINIO DEI MALATESTA
Nel 1312 i Malatesta di Rimini e di Verucchio, acerrimi nemici di quelli del ramo di Sogliano, con grande veemenza conquistano il castello distruggendolo pietra dopo pietra.
Lo storico di Rimini, Luigi Tonini riferisce che “Nel Marzo del 1312 Malatestino cò Riminesi e Bernardino da Polenta coi Cesenati e coi Cervesi, assalirono la terra di Sogliano; e messi undici mangani attorno al castello presero ad adoprarne l’assalto. Di che siamo fatti sicuri anche al trovare che à 27 appunto di quel mese Bernardino da Polenta era ”in exercitu supra Suglano”. Ma quelli di dentro valorosamente si difendevano, finchè il dì penultimo di Giugno, festa dè Santi Pietro e Paolo, ebbero ad arrendersi, ottenute salve le persone e quanto di roba ciascuno potesse recare. Indi il Castello, che forte era fornito di grandi palazzi e munito di torri, capace di duecento fumanti, fu per intero distrutto”.
Aggiunge Tonini che "in quell’anno era penuria grande di viveri; ma che nell’esercito dè nostri fu molta abbondanza per la quantità di frumento che la prudenza di Malatestino fè venir dalla Puglia.”
Anche il Branchi accennando al 1311 racconta  “ Essendo gran discordia, odio, et nimicitia infra il prefato ms. Malatesta, et tutta la sua famiglia…da una parte, et Giovanni da Sogliano dall’altra….  Si messe in arme così vecchio come esso era, et andò col el suo sforzo a campo al dì Castello de Sogliano, el quale era molto popolato et forte; et lì accampato stette moltissimi dì con dodici trabocchi intorno, i quali dì e notte trajevano infiniti et smisurati sassi, et altre brutture per modo che non possendo quelli dentro sostener il peso se renderono a patti; et fu trattato che il dì Ms. Malatesta perdonasse ogni ingiuria al dì Giovanni, il quale se li era messo in colpa, et così’ perdonò, et lassollo pure in casa sua”.
Nel 1371 il Castrum è ancora in mano ai Malatesta di Rimini, ma dopo non molto tempo ritornerà agli antichi Conti Malatesti Silighinem Soglianiensis; è proprio in questo periodo che si trovano le prime tracce scritte sul Formaggio di Fossa di Sogliano, in documenti del XIV secolo, nei quali si narra dell’usanza di seppellire il formaggio per proteggerlo dalle razzie degli eserciti nemici.

A partire dal 1350 la Signoria dei Malatesta istituisce la Compagnia dell’Abbondanza dentro la cinta muraria, nei castrum, e nelle tumbae, case coloniche sparse sul territorio.

Dopo essere stato coinvolto nelle loro lotte intestine, Sogliano fu eretto a contea. Nel 1400 per opera del Signore Giovanni Malatesta Sogliano ebbe gli Statuti scritti su pergamena.

LA CONQUISTA DI CESARE BORGIA.
IL "DUCA DI ROMAGNA" E LEONARDO DA VINCI.

Il paese rimane sotto il governo malatestiano fino al 1500 circa, anno in cui Papa Alessandro VI (della famiglia Borgia) lascia mano libera al figlio Cesare Borgia; il condottiero sconfigge una dopo l'altra le signorie delle città romagnole per poi essere proclamato, nel 1501, "Duca di Romagna".
Borgia fissa la sua capitale a Cesena, una delle sue prime decisioni fu verificare l'effettiva solidità delle fortezze e lo stato delle vie di comunicazione, a tal fine chiama il miglior ingegnere e architetto in circolazione: Leonardo da Vinci. Nell'estate del 1502 il genio fiorentino visita i principali centri della Romagna grazie ad un salvacondotto che il Borgia diede a Leonardo per consentirgli di muoversi liberamente nel suo territorio.
(Vedi Museo Leonardo da Vinci e la Romagna a Sogliano).
Successivamente nel 1528 la regione viene annessa allo Stato Pontificio.

LO STATO PONTIFICIO, NAPOLEONE, GARIBALDI E IL RISORGIMENTO.

Sogliano entra nella sfera d’influenza della Santa Sede, ma ritornerà nel periodo successivo nuovamente sotto il dominio dei Malatesta, salvo brevi interruzioni, per passare definitivamente sotto il dominio dello Stato Pontificio nel 1640; con il successivo avvento di Napoleone, sul finire del XVIII secolo, la storia del territorio viene segnata da numerose guerre, sotto varie dominazioni, e lotte intestine che si protraggono anche negli anni successivi e nelle quali vediamo impegnato, con il risorgimento, anche Giuseppe Garibaldi.

Nel  1850 Sogliano si trova ancora sotto il domino Pontificio; dopo essere stato parte della Legazione di Forlì, diventa ora parte della Legazione delle Romagne fino al 1860, anno in cui fu annessa al Regno di Sardegna, sotto il dominio di Vittorio Emanuele II, per poi entrare a far parte del nuovo Regno d’Italia il 17 marzo 1861.

FINE '800 E INIZIO '900, SOGLIANO E GIOVANNI PASCOLI

Il castello malatestiano, che sorgeva anticamente nel punto più alto del paese, viene definitivamente distrutto nel corso dell'Ottocento per delibera del consiglio comunale, che realizza in tale luogo un'ampia piazza al fine di favorire l'importante funzione di mercato agricolo assunto dalla cittadina.

Nei primi anni del Novecento a Sogliano studiano e soggiornano nel locale convento delle Agostiniane le sorelle del poeta Giovanni Pascoli, il quale sarà profondamente legato al luogo ed a cui dedicherà diverse poesie. “…Piccolo grandemente amato paese di Romagna”, così scriveva il poeta riferendosi al paese di Sogliano al Rubicone. Paese in cui il poeta creò il legame di amicizia con il signore Antonio Marcosanti, il quale così scriveva a Giovanni Pascoli a Castelvecchio di Barga: ”…Ho acquistato qui in Sogliano una modesta casetta nella antica via delle Suore, che oggi, per volere unanime dei miei concittadini, s’intitola a tè. Ad ogni scritto che mi viene, godo vedere nella soprascritta il tuo nome glorioso e mi inorgoglisco sempre di esserti modesto amico…”. Mentre Giovanni Pascoli annotava nei confronti dell'amico Antonio Marcosanti:
"…Possiede i più buoni formaggi di Romagna, dé quali è liberalissimo…”.
Il palazzo signorile, ora di proprietà delle Fosse Venturi, viene utilizzato per la stagionatura del Formaggio di Giara
.

LA II GUERRA MONDIALE A SOGLIANO AL RUBICONE

Nel 1944 Sogliano al Rubicone e le terre di Romagna si vedono coinvolte nella seconda guerra Mondiale; I tedeschi dopo aver abbandonato tra il 24 e il 25 settembre la Linea Brunhild sull'Uso, cercano di concentrare le loro forze a Sogliano, mentre gli Alleati il 25 settembre riprendono l'offensiva lungo la linea Gotica. Per Sogliano iniziano 10 infernali giorni di bombardamento.

Il 5 Ottobre del 1944 a Sogliano due tentativi di sfondamento da parte degli Alleati non trovano successo, e dopo uno scontro durato 5 ore finalmente raggiungono la borgata; verso mezzogiorno anche il resto del reggimento alleato raggiunge Sogliano, tuttavia sempre in mattinata i tedeschi contrattaccano ricacciando per buona parte gli inglesi. Si combatte ancora per tutta la giornata finché la sera, alle 22, Sogliano viene definitivamente liberata.
(Vedi Museo della Linea Christa Sogliano al Rubicone)

SOGLIANO AL RUBICONE E IL DIO GIANO

Fonti meno attendibili riconducono l'origine del nome Sogliano all'antica usanza di adorare il dio pagano Giano Bifronte. Giano (in latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. Di solito è raffigurato con due volti, poiché il dio può guardare il futuro e il passato. Il suo culto è probabilmente antichissimo e risale ad un'epoca arcaica, in cui i culti dei popoli italici erano in gran parte ancora legati ai cicli naturali della raccolta e della semina.

• Vedi "Guida storica e turistica di Sogliano al Rubicone" a cura di Pierluigi Sacchini, Bruno Ghigi Editore 1989.

Vedi "Sogliano al Rubicone tra cronaca e storia" di Antonio Bartolini,  Ramberti Arti Grafiche Rimini 1980.

• Vedi Vecchia Romagna 1933 di Renato Pedretti.
• Vedi Giovanni Pascoli nei Ricordi di Sogliano; Amministrazione comunale e Pro-loco di Sogliano 1995.
• Vedi Il Carbone di terra di Pierluigi Sacchini, Amministrazione Comunale di Sogliano 1994.
• Vedi articolo “A casa delle sorelle Marcosanti” di Loretta Rocchi, la Gazzetta del Rubicone, Giugno 2012

I Musei di Sogliano al Rubicone
Museo Leonardo da Vinci e la Romagna
Museo Reali Venanzio: poeta cappuccino, pittore e scultore.
Mostra Antonio Veggiani
Museo della Linea Christa
Il Museo di Arte Povera
Museo del Disco d'Epoca

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